Bonvicini Otello, «Giorgio». Nato il 17 Maggio 1914 a Bologna. Barbiere.
Iscritto al PSI, in cui milita sin dalla giovane età, dopo lʼ8 Settembre 1943 ne diviene dirigente militare. Rappresenta il partito nel Comando delle Squadre d'Azione Patriottica di Bologna alla fine del 1944 viene nominato comandante della brigata Matteotti Città.
Nel gennaio 1945 assume la segreteria della Federazione Giovanile Socialista Italiana ed è redattore del giornale clandestino“Rivoluzione socialista”.
Arrestato a seguito di una delazione e sottoposto a dure sevizie, non tradisce i compagni di lotta.
Viene processato assieme ad altri ventisei imputati tra il 12 e il 17 Aprile 1945 con l'accusa di appartenenza a banda armata. Per infangare la memoria dei partigiani si processano nello stesso tempo anche persone accusate di reati comuni. Condannato a morte, assieme ad altri cinque imputati (Cabras Salvatore, Gruppi Pietro e Cesarino, Ventura Alessandro, Benfenati Federico) viene fucilato presso via Riva di Reno 52, il 18 Aprile 1945.
Del processo, delle condanne e delle fucilazioni dà notizia «il Resto del Carlino» del 27-28 Marzo 1945 e nei numeri dal 12 al 19 Aprile 1945.
Il partito socialista dà il nome di Bonvicini alla brigata Matteotti Pianura, che diviene la 5ª brigata Bonvicini della divisione Bologna.
Riconosciuto partigiano dallʼ1 Settembre 1943 al 18 Aprile 1945.
Alla sua memoria è stata conferita la medaglia dʼoro con la seguente motivazione: «Comandante della brigata Matteotti città di Bologna, veniva con lʼinganno catturato dal nemico. Sottoposto a innumerevoli sevizie, ne sopportava il tormento fino al limite delle umane forze senza fare rivelazione alcuna che potesse compromettere lʼorganizzazione partigiana. Condannato alla pena capitale, cadeva sotto i colpi del plotone dʼesecuzione mentre trovava ancora la forza di inneggiare alla patria. Fulgido esempio di puro eroismo».
Il suo nome è stato dato a una strada di Bologna e a una sezione del PSI.