I partigiani

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Balestrazzi Rino

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Balestrazzi Rino, detto «Lino». Nasce lʼ1 Gennaio 1923 a Bologna, dove è residente nel 1943. Ha una licenza di avviamento professionale e lavora come incisore. Di famiglia antifascista, entra in contatto ventenne con i partigiani operanti in città, cosa che lo rende ricercato dalla milizia fascista. Tenta di recarsi in una formazione partigiana di montagna, ma mentre marciava con altri quattro giovani per raggiungere la 66ª brigata Jacchia Garibaldi viene catturato lʼ1 Luglio 1944 a seguito di una delazione, e fucilato immediatamente in località S. Martino in Pedriolo (Casalfiumanese).

I compagni che subiscono la sua stessa sorte sono: Cleto Casi, Dino Pancaldi, Silvano Rubini e Gino Salmi.

Il suo nominativo e quello degli altri 4 appare nellʼelenco di 10 fucilati dai tedeschi per rappresaglia, su un manifesto bilingue intitolato «Avviso- Bekanntmachung» pubblicato a Bologna il 3 Luglio 1944 dal comandante della polizia di sicurezza tedesca. Qui il suo nome è indicato come «Balestratti» e appare accanto ai nomi di un bolognese, Cesare Palmini e di 4 patrioti modenesi: Giuseppe Balocchi, Danilo Barca, Paolo Bononcini e Luigi Labandi.

La rappresaglia tedesca era riferita allʼuccisione di un soldato germanico avvenuta il 28 Giugno 1944 a Bologna, in via del Pratello.

Il comunicato appare anche su «il Resto del Carlino» del 6 Luglio 1944 sotto il titolo «Misura punitiva del Comando Germanico. Fucilazione di dieci comunisti per lʼuccisione di un militare tedesco».

Del massacro dei 5 patrioti fu data notizia nel volantino dal titolo «Necessità della lotta armata contro i tedeschi!» edito dalla federazione del PCI nella prima decade del luglio stesso.

Riconosciuto partigiano nella 66ª brigata Jacchia Garibaldi.

 

 

 

 

Il monumento

Il poligono di tiro

Casi Cleto

Pancaldi Dino

Rubini Silvano

Giù