I partigiani

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Bastia Mario

 

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Bastia Mario, «Marroni», nasce lʼ8 Settembre 1915 a Bologna, dove è residente nel 1943. Lavora come perito meccanico e si iscrive al Partito d'Azione. Diventa uno dei maggiori dirigenti militari del Partito d'Azione dellʼEmilia Romagna ricoprendo numerosi incarichi di responsabilità anche negli organismi della Resistenza. Nellʼofficina dove lavora organizza un servizio di riparazione delle armi e dei chiodi a tre punte destinati al sabotaggio degli automezzi nazisti.

Coordina le brigate GL Montagna e Città e rappresenta il Partito d'Azione nel CUMER.

Nel luglio 1944, incaricato da Massenzio Masia, studia il piano per il salvataggio della dotazione di radium dellʼospedale SantʼOrsola, parte del quale già razziato dai tedeschi. Esponendosi alle radiazioni, si fa consegnare dai sanitari il prezioso metallo e lo interra nella cantina dellʼabitazione del dott. Filippo DʼAiutolo, dove viene recuperato dopo la Liberazione.

Il 4 Settembre 1944, con lʼarresto di Masia e di numerosi dirigenti del PdA, assume il comando politico e militare del partito. Il 19 Settembre 1944 è processato in contumacia e condannato a morte dal tribunale militare straordinario di guerra.

Nellʼestate-autunno 1944, in previsione di quella che si riteneva lʼimminente liberazione della città, il CUMER e il Comando piazza di Bologna organizzano numerose basi nelle quali sistemare le formazioni partigiane. La brigata GL Città - che sarà poi denominata 8ª brigata Masia GL - allestisce la propria base nello scantinato dellʼIstituto di geografia dellʼuniversità.

Il 20 Ottobre 1944 - in seguito a una delazione - ingenti forze fasciste circondano lʼedificio, nel quale Bastia si trova con numerosi partigiani. Nel lungo scontro a fuoco muoiono sei partigiani, Ezio Giacconi e Leo Pizzigotti , Luciano Pizzigotti , Stelio Ronzani , Antonino Scaravilli e lo stesso Bastia.

Riconosciuto partigiano dal 9 Settembre 1943 al 20 Ottobre 1944.

Per ricordare la «battaglia dellʼuniversità» nel cortile dellʼAteneo è stata murata una lapide con una epigrafe. Alla memoria di Mario Bastia è stata conferita la medaglia dʼoro con la seguente motivazione: «Animato da forte amore di Patria, durante il periodo della dominazione nazifascista nellʼEmilia, affrontava serenamente i pericoli della lotta clandestina dedicando ad essa tutto se stesso. Organizzatore entusiasta e capace, costituiva e dirigeva servizi di grande importanza per i partigiani. Condannato a morte in contumacia, si dedicava allʼazione con maggiore ardore catturando armi, viveri, materiale sanitario, in audaci colpi di mano. Alla testa di un nucleo di gappisti, da lui guidati nel combattimento, per la difesa dellʼUniversità di Bologna, dette prova di indomito coraggio, finché, catturato dal nemico, veniva fucilato sul posto, chiudendo con lʼestremo sacrificio la sua eroica esistenza di apostolo della libertà». Dopo la Liberazione, lʼuniversità di Bologna gli ha conferito la laurea «ad honorem».

Il suo nome è stato dato ad una strada di Bologna.

 

Battaglia dell'Università

Via Oretti

La strada

Giù