I partigiani

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Mandini Elio

 

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Soprannominato «DʼArtagnan», Mandini Elio nasce il 26/07/1923 a Granarolo Emilia, da Lorenzo e Adalcisa Mandrioli. Rimasto orfano all'età di 6 anni, grazie all'impegno della madre continua gli studi, frequentando la facoltà di Ingegneria all'Università di Bologna.

Determinante l'amiciza con il compagno di liceo e inseperabile amico Oder Bolelli, con cui condivide il periodo della lotta partigiana e, caduto il fascismo, l'attività di stampa clandestina. Altri esponenti del gruppo di resistenza sono Ezio Antonioni, Gianni Falchi e Gualtiero Tugnoli.

L'incontro con Andra Bentini, dopo la sua scarcerazione nellʼagosto del 1943, contribuisce a completare la formazione politica di Mandini.

Al gruppo di giovani si unisce, coinvolto da Mandini stesso, anche lo zio Medardo Pezzoli e la sua abitazione diventa il luogo delle riunioni con Giacomino Masi. Entra poi nel FdG e, richiamato alle armi dalla RSI, decide di presentarsi per svolgere azione di propaganda fra i militari e recuperare armi per il movimento partigiano. Milita per alcuni mesi presso la caserma militare di via Castelfidardo. Il 28/05/1944, accompagnato dal padre di Bolelli, riesce a raggiungere in località Brento la brigata Stella rossa Lupo e a riunirsi con l'amico Oder Bolelli, con il quale il 22/7/44 partecipa al disarmo della caserma della GNR di Monzuno.

Dopo il 29/9/44, di nuovo a Bologna, entra a far parte della 7a brigata GAP Gianni Garibaldi.

La sera del 22/10/1944, impegnato in un'azione insieme ad Ernesto Sabattini, nei pressi di porta Lame, viene fermato da un posto di blocco di nazifascisti e muore in combattimento.

È stato insignito della laurea honoris causa in Ingegneria dallʼuniversità di Bologna e riconosciuto partigiano dal 13/9/43 al 22/10/44.

 

Porta Lame

Sabattini Ernesto

Giù