I giorni della libertà

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Mazza Rossano



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Mazza Rossano, «Franco». Nato il 10 Gennaio 1926 a Sasso Marconi. Nel 1943 residente a Bologna. Licenza di avviamento professionale. Operaio meccanico alla SABIEM.

Nellʼinverno 1943-44 entra a far parte del gruppo di giovani che aveva dato vita a una banda partigiana - dalla quale in aprile nascerà la 36ª brigata Bianconcini Garibaldi - sullʼ Appennino tosco-emiliano, a Cortecchio.

Il 22 Febbraio 1944, quando ingenti forze fasciste attaccano la base partigiana, resta ferito e viene catturato con Germano Giovannini. Trasportati a Bologna, i due sono detenuti nelle celle della caserma dʼartiglieria di Porta S. Mamolo sino al 10 Maggio 1944 quando vengono trasferiti nel carcere di Castelfranco Emilia (MO). Il 17 Settembre, durante un bombardamento, riesce ad evadere e sale sullʼAppennino bolognese per aggregarsi alla brigata Stella rossa Lupo. Rientra a Bologna il 25 Ottobre, seguendo l'idea condivisa di un'imminente insurrezione.

Viene aggregato al distaccamento della 7ª brigata del Gruppo d'Azione Partigiana Gianni Garibaldi con funzione di commissario politico e acquartierato tra le rovine dellʼospedale Maggiore, in via Riva Reno, dove oggi sorge il palazzo dello Sport.

Il 7 Novembre prende parte alla battaglia di Porta Lame al termine della quale, con altri diciotto partigiani, trova rifugio in uno stabile sinistrato in piazza dellʼUnità, angolo via Tibaldi. Il 15 Novembre i nazifascisti circondano lo stabile e nel corso di un violento scontro - noto come la battaglia della Bolognina - riporta una grave ferita al capo. Grazie alla generosità dei compagni, che non lʼabbandonano, riesce a mettersi in salvo ed è ricoverato nellʼinfermeria clandestina della

7ª brigata del Gruppo d'Azione Partigiana Gianni Garibaldi in via Duca dʼAosta 77 (oggi via Andrea Costa). Qui si ristabilisce, nonostante la gravità della ferita.

Il 5 Dicembre 1944, pochi giorni prima di essere abbandonata, lʼinfermeria viene scoperta dai fascisti, a seguito di una delazione. Con tredici compagni, tutti feriti, è portato nella caserma di via Magarotti (oggi via dei Bersaglieri) e torturato. Viene fucilato con gli altri il 13 Dicembre 1944 al poligono di tiro.

Riconosciuto partigiano con il grado di tenente dal 25 Ottobre 1943 al 13 Dicembre 1944.

 

La battaglia della Bolognina

La lapide


Giù