I giorni della libertà

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Remigio Venturoli è prelevato dai fascisti nel panificio di...
01 aprile 1944: Via della Certosa (mura esterne)
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18 aprile 1945: Bonvicini Otello
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18 aprile 1945: Via Scandellara
Il gruppo di tredici partigiani appartenenti alla 7ª GAP Gi...
18 aprile 1945: Gruppi Pietro
       Gruppi Pietro. Nasce il 28...
21 aprile 1945: via Caravaggio
Descrizione LapideBentivogli GiuseppeVincenzi Sante
21 aprile 1945: Via Caravaggio
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21 aprile 1945: Liberazione Bologna
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21 aprile 1945: Porta Maggiore
  DA QUESTA PORTA,LA MATTINA DEL 21 APRILE 1945,ENTRARONO ...
25 aprile 1945: Via dello Scalo
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25 aprile 1945: Via Pietralata
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25 aprile 1945: Via della Crocetta
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25 aprile 1945: Medaglia d'Oro
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25 aprile 1945: Via Giuseppe Bentivogli
La Lapide ricorda i nomi di trentatre caduti della zona di v...
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Cippo Casteldebole

via_casteldebole

 

La battaglia e l’eccidio di Casteldebole

 

La 63ª Brigata Garibaldi comandata da Corrado Masetti “Bolero”, nell’autunno del 1944, contava su circa 230 uomini. A fine ottobre gli Alleati emisero l’ordine con il quale chiedevano al movimento della Resistenza bolognese di entrare in città per salvaguardare dagli occupanti gli impianti industriali, sanitari e civili, in attesa di un loro arrivo. La sera del 29 ottobre, il distaccamento del comando della brigata, scese a Bologna arrivando a Casteldebole durante la notte. Il fiume Reno era in piena a causa delle forti piogge di quei giorni per cui non fu possibile passare sull’altra sponda per arrivare all’Ospedale Maggiore i cui sotterranei erano diventati la base dei partigiani accorsi in città. “Bolero” e i suoi uomini si rifugiarono in una cava di ghiaia in attesa del giorno. Probabilmente vennero visti da una spia che avvisò i tedeschi i quali arrivarono sul luogo attaccando i partigiani, impiegando anche una batteria antiaerea di paracadutisti che si trovava nei pressi. Era l’alba del 30 ottobre, i partigiani si difesero per circa tre ore cadendo sotto il preponderante fuoco germanico.

Durante lo scontro furono uccisi da una sventagliata di mitra anche cinque civili che erano usciti da un rifugio antiaereo.

Nel pomeriggio le SS attuarono un rastrellamento per rappresaglia catturando dieci persone della zona che vennero torturati e fucilati il giorno dopo. Dopo la strage incendiarono parte del borgo.

L’insurrezione non vi fu poiché gli Alleati si fermarono all’altezza di Pianoro.

Dal fascicolo su Casteldebole ritrovato nel cosiddetto “Armadio della vergogna” risulta che a comandare i tedeschi era il maggiore Walter Reder.

A.S.

 

Monumento Casteldebole

Secondo Spisni





casteldebole

 

 

Cippo in arenaria con lapide di cm. 40 x 30 in marmo bianco.

Giù